Aprire una società all’estero e affidarsi a chiunque spunti fuori su google…

Aprire una società all’estero e affidarsi a chiunque spunti fuori su google…

L’altro giorno sono incappato in questo articolo, di un tale “Massimo Tonci”, su cui esprimo personali dubbi in merito alla sua preparazione.

www.massimotonci.it/aprire-una-societa-all-estero/

L’articolo, sempre secondo il mio modesto parere, contiene una serie di inesattezze – l’autore, da me contattato, ha preferito non discutere le mie rettifiche ne’ tantomeno ha provveduto a sistemarle sul suo articolo, in quanto pare che per avere il lusso di poter proferire parola con tale Eminenza, sarebbe stato obbligatorio per lui che io fornissi anche il mio numero di cellulare privato (oltre al mio indirizzo email, nome e cognome che già aveva), cosa che ovviamente non ho voluto fare. Neanche fosse un funzionario di polizia… !

Queste le inesattezze che ho riscontrato nel suo articolo:

(Premessa per chi non mi conosce: non sono un consulente fiscale, anzi, sono piuttosto ignorante in materia e per questo mi appoggio a professionisti (intendo quelli veri). Io sono solo un imprenditore e tecnico italiano, residente a Malta, dove vivo oramai da 4 anni con mia moglie, e qui ho fondato la mia piccola azienda che si occupa di giochi online. Ho avuto a che fare con tanti consulenti fiscali, mi sono fatto molte domande ed ho fatto svariate ricerche, andando anche a cercare le normative, le sentenze e le leggi a monte.

Ecco alcuni estratti dall’articolo dell’articolo segnalato:

1) “Una società intestata ed amministrata da persone italiane non è una società estera”.

Questo non è vero: non ha importanza la nazionalità della persona, ma solo la sua residenza effettiva ! Io posso benissimo essere italiano, trasferirmi in Spagna, e creare e amministrare una società. Questo non rende la società spagnola una “società italiana” perchè io sono un italiano. Trovo che ci sia una immensa ignoranza di fondo in questa dichiarazione…

2) […] è una società 100% italiana perchè… […] “ha un sito web intestato ad una persona residente in italia”…

Questo non solo non è vero, ma è anche sbagliato il concetto che c’è sotto… Per cominciare, l’intestazione di un dominio non ha alcuna rilevanza: per l’ag. delle entrate quello che importa è solo che i server non siano in italia (con alcune eccezioni, come ad esempio i “mirror”) e che la residenza della società, intesa come operatività/amministrazione reale non sia in italia. Inoltre sarebbe discutibile a priori il concetto che la proprietà di un dominio (da whois) equivalga al proprietario responsabile della gestione dei suoi contenuti o che equivalga al proprietario del dominio, ma questi sono discorsi più complessi e andremmo fuori target.

3) […] (è una società 100% italiana perchè…) il centro degli interessi dell’attività è solo in italia.

Orrore ! Questa è proprio sbagliatissima e vi fa capire quanto sia ignorante in materia questo signore. Quello che può essere messo in discussione dall’ag. delle entrate è il centro degl interessi della persona, non della società ! Cioè se io sono a Malta, ma il mio centro degli interessi è a Roma, perchè lì vanno i miei figli a scuola, sono iscritto al golf club, e torno regolarmente lì per qualsiasi cosa, pure se per tempi inferiori ai famosi 6 mesi + 1 giorno, allora è la MIA residenza che può essere smontata. Ma se la società è a Malta e il 100% dei clienti sono italiani, non c’è alcuna legge, ad oggi, che possa andare a inficiare la residenza della società.

Non ho fatto ulteriori pulci al suo articolo ma penso che ci siano ancora altri dettagli che si potrebbero approfondire ulteriormente.

Ora, il punto è che secondo me, qualsiasi persona si spacci come “professionista” deve -necessariamente- sottostare a una regola fondamentale: la capacità di reggere una discussione / un confronto e la capacità (non semplice) di sapersi mettere in discussione ed, eventualmente, approfittare per riconoscere i propri errori e crescere. O in alternativa, la capacità di sapere difendere in maniera analitica le proprie dichiarazioni. Ecco, questo è –esattamente– tutto quello che non ha fatto con me questo signore, forse per essersi montato troppo la testa grazie alle centinaia di post sui suoi articoli da parte di persone in cerca di risposte.

Il mio consiglio personale a tutti quindi è: fate estrema attenzione a questi “pseudo-professionisti” che spuntano fuori in continuazione su internet, prendete sempre tutto con le pinze, ma fatelo anche con me: non prendetemi sulla parola !!!. Prendete appunti, ma verificate, di prima persona, sempre. Fate delle ricerche, cercate documentazione ufficiale. Le sentenze e le leggi pubblicate su siti ufficiali sono quelle che contano, non quello che altri scrivono su post in giro su internet. Fatevi sempre un vostro giudizio, razionale, coerente, e supportato.

E, ovviamente, se qualcuno volesse rettificare quanto da me scritto, può sentirsi libero di farlo aggiungendo un commento o contattandomi personalmente via email (e no, non chiederò obbligatoriamente l’invio di un documento, il numero di cellulare, o quanto portate di scarpe).

N.B: Questo articolo rappresenta la mia personale opinione.

Comments

  • Christian | Jun 26,2019

    Concordo, è una persona supponente… é un ottimo fiscalista, ma spesso si allarga e si perde, senza chiedere scusa per gli errori commessi.

  • Giovanni Nicola | Nov 11,2019

    Se la società a Malta ha come socio un residente a Roma ed il centro di interesse è a Roma, secondo me è un attimo essere accusati di esterovestizione e ad essere colpita non è la società di malta ma la persona residente a Roma. Se fosse così facile andremmo tutti a Malta

    • Luis Dragotto | Nov 11,2019

      Concordo con quello che dici, come ho specificato anche io sul punto 1) infatti non ha importanza la nazionalità della persona, ma solo dove questa è residente…

  • Giovanni Nicola | Nov 11,2019

    A dirla tutta, anche se il centro di interesse non fosse roma ma il resto del mondo ed il socio della società di Malta è un italiano residente in Italia, l’agenzia delle entrate può sempre contestare l’esterovestizione perchè qyella stessa attivita poteva essere esercitata anche in italia. Ed anche se il soggetto avesse la residenza a malta e magari non si è iscritto all’EIRE,, il fisco può colpirti,Insomma secondo me fare le cose alla base di sentenze di cassazione o borderline non è mai conveniente, Meglio rispettare in maniera inequivocabile le leggi.

    • Luis Dragotto | Nov 11,2019

      Esatto, corretto anche questo: la residenza in Italia porta comunque a dover dichiarare, in Italia, i redditi provenienti da qualsiasi parte del mondo.

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